8 abr 2007

Chi vivrá, vedrá





Firenze.2007


"Firenze é nata e cresciuta come in un microcosmo. Ogni cittá d´arte puó in certo qual modo considerarsi un mondo autonomo e a sé stante. Ma di questa sua autonomia, di questa sua capacitá di racchiudere entro le mura ogni cosa che serva, ogni sapere, ogni bellezza, certo Firenze é stata maestras- nonostante un sito non favorevole, costretta dalle colline di qua e di lá dall´Arno, con un clima poco felice, fredda d´inverno, calda e umida d´estate:se ne era lamentato, nel Quattrocento, anche un pittore come Filippo Lippi, implorando il suo mecenante Cosimo il Vecchio di ospitarlo in campagna, perché con que caldo in cittá non riusciva a lavorare...





"Fiorentia bella" possiede sette cose, le piú importanti che una cittá debba avere, scriveva con orgoglio, alla fine del Quattrocento, il mercante Benedetto Dei, diplomatico della signoria, che tanti mondi aveva visto: Firenze ha la "libertá intera", e "un gran numero di popolo ricco e ben vestito", e la fiumara d´acquadolce", e ancora, ha lo "Studio", per imparare "il greco e l´abaco", e "ogni arte intera e in perfezione", e i "banchi". Firenze, dunque, come un microcosmo, ma che pure sapeva, all2 occorrenza, aprirsi al mondo esterno, e richiamare da altre cittá i piú esperti in ogni disciplina: questa é stata la sua vera grandezza. [...] Purché l´idea del microcosmo, che é stata la forza e la grandezza di Firenze, non si fossilizi e diventi oggi solo un ´arrogante chiusura, un insormontabile limite alle sue potenziali capacitá di rinnovamento. "




Gloria Fossi. (Arte a Firenze)